“Un occhio al passato e l’altro al Futuro” . Testimonianze delle lotte dei braccianti e dei mezzadri.

“Un occhio al passato e l’altro al Futuro” . Testimonianze delle lotte dei braccianti  e mezzadri.

Sabato 4 novembre alle ore 16 presso la Casa del Popolo di Greve in Chianti sarà presentato il libro “Il mondo contadino di Greve in Chianti attraverso le testimonianze”(di gente comune) raccolte in gran parte da M.Giovanna Bencistà. Il libro è curato da Felice Bifulco , ex segretario della Camera del Lavoro del Mugello, che in questi anni ha dato alle stampe vari libri dedicati al mondo del lavoro come quello sulle Fornaci Brunori di Borgo San Lorenzo e su  Luigi Coppini, sindacalista mugellano scomparso nel 2015.
La ricerca che viene presentata in questo libro contiene 18 testimonianze e si avvale di un interessante apparato documentario e iconografico con materiale proveniente anche dal Mugello (tra gli altri l’archivio storico del Museo della Civiltà Contadina di Casa d’Erci a Grezzano).
Il libro è un viaggio nel mondo della mezzadria e del bracciantato in provincia di Firenze con la lotta dura per ottenere il riconoscimento di diritti da parte di contadini e braccianti organizzati sindacalmente. Lavoratori che contribuirono anche nel 1954 all’acquisto dell’attuale sede della Cgil in Borgo de’Greci a Firenze. “In pochi mesi – scrive Bifulco – furono raccolti più di 100 milioni di lire. I mezzadri della provincia da soli raccolsero più di 15 milioni di lire (…) il loro contributo economico era in media di 5.000 lire quando il salario mensile allora era intorno alle 10-15 mila lire.
Alla fattoria di Ripa a Borgo San Lorenzo – scrive Bifulco-  i mezzadri tutti hanno versato la somma di 80.000 lire. Lascialfari lire 10.000, Lapi lire 5.000, Graziani lire 5.000, Brilli lire 5.000, Gianassi lire 4.000, Franchetti lire 4.500, Fredducci 4.200, Vannini lire 4.200, Calzolai lire 4.200 Figli lire 4.200, Lisi lie 3.100, Cesarini lire 3.500, Gensini 3.500, Ruggeri lire 3.000, Mosolini lire 2.800, Paoli lire 2.800”  . Un elenco di nomi in cui si ritrovano molte delle famiglie contadine di Borgo San Lorenzo che hanno lavorato i campi quasi  fino ai giorni nostri.
Attraverso le interviste del libro si ripercorre un secolo di storia italiana con i momenti tragici delle guerre, della Resistenza e poi della Liberazione , con le lotte  in cui i contadini furono protagonisti “per passare da “sudditi” a cittadini “ nel segno della Costituzione democratica.
“E’ durante la Resistenza – scrive Bifulco – che l’antifascismo dei mezzadri incontra e si salda con quello degli operai (…) Le famiglie contadine, fin dai giorni successivi alla proclamazione dell’armistizio, avevano aiutato i partigiani e i soldati sbandati, spinte dal rifiuto della guerra”.
Nel libro si ritrovano personaggi che hanno fatto la storia del sindacato nel dopoguerra e hanno partecipato attivamente alla vita politica, come Rolando Mensi, sindacalista dei braccianti e poi sindaco di Barberino di Mugello e presidente della Comunità Montana o come  Gastone Provvedi che è stato consigliere comunale anche a Borgo San Lorenzo prima di diventare segretario provinciale della Cgil ( a Borgo trovò anche moglie). I rapporti con i proprietari terrieri erano spesso tesi e proprio Provvedi riporta nella sua testimonianza un regolamento scritto da Bettino Ricasoli che – dice “ spiega bene la mentalità dei padroni di allora” Dice :

“il padrone altamente disapprova tutti coloro che mancano ai seguenti punti di condotta : saranno prese di mira quelle famiglie che non tengono conto del tempo di lavoro, perché c’è il vizio di andare a gironi di qua e di là, di giorno e di notte, di festa e di lavoro”.
In pratica il contadino doveva stare solo a casa o nel campo o al massimo in chiesa :
“Sarà preso di mira le famiglie ove le  faccende non facciano con giudizio e buona disposizione; sarà preso di mira quelle famiglie ove il capoccia non si diano premura di fare istruire i propri figlioli nei doveri della cristiana religione”.
Addirittura  saranno “presi di mira” le famiglie che non fanno parte della Misericordia e “ quelle famiglie i cui individui non vadano vestiti di quella semplicità e risparmio quale conviene al contadino”.
E questo “ bel mondo antico” non poteva  non dare anche indicazioni alle donne in modo altrettanto perentorio:
“Non sarà concesso il cosiddetto regalo di dote a quelle ragazze, le quali non dimostrino buona disposizione a diventare buona madre e buona massaia, a operare religiosamente onde ottenere un fine cristiano. Queste cose il padrone annuncia a tutti , con la ferma risoluzione di volere eseguire immediatamente, fino alla virgola, nei suoi poderi e verso i coloni che vorranno restare con lui”.
Sono brani che fanno capire più di tanti saggi il perché dell’appoggio incondizionato degli agrari al fascismo nascente.


Ancora negli anni 50 del 900 oltre il 50% della popolazione italiana era impegnata nel settore agricolo e questo serve a capire l’importanza delle lotte di questi lavoratori e mezzadri che hanno contribuito alla crescita economica e civile del nostro paese. Negli anni 60 cominciò lo spopolamento delle campagne ed oggi in agricoltura è impegnato appena il 2/3% degli occupati. Da contadini e mezzadri divennero operai nelle fabbriche e nei cantieri  come quello dell’autostrada del Sole ricordato da Rolando Mensi nel suo libro “Lotte nel Mugello, Barberino racconta”:
“Quando si percorre velocemente quella striscia d’asfalto che è la A1 , non sarebbe fuori luogo pensare a quanto è costata la costruzione di questa grande opera civile , vanto della nostra epoca, e non in termini monetari, bensì in sofferenze patite da coloro che vi persero la vita o vi rimasero feriti lavorando, che vi lottarono per vivere umanamente e diversamente”. E molti di loro erano contadini che cercavano di sfuggire alla miseria del lavoro nei campi.

 

Leonardo Romagnoli

30.10.17

I commenti sono chiusi.