Promesse difficili da mantenere

Un governo di falsari: perché le promesse sulla legge di bilancio (da quota 100 alla flat tax) sono tutte patacche

Quota 100 finanziata con un condono fiscale, l’attacco alle pensioni d’oro in spregio ai diritti acquisiti, reddito di cittadinanza e flat tax cambiando nome a cose che già esistono: questo governo è peggio degli ambulanti sulle spiagge

di Francesco Cancellato

8 Agosto Ago 2018

www.linkiesta.it

Forse anziché preoccuparsi degli ambulanti sulle spiagge, Matteo Salvini dovrebbe autodenunciare se stesso e il governo di cui è vicepremier per vendita illegale di proposte farlocche e falsi d’autore spacciati a mezzo stampa, che oggi fanno guadagnare consensi, ma che in legge di bilancio non ci finiranno mai. Per essere più precisi, prima che le li compriate, non ci sarà mai “quota 100” finanziata con la cosiddetta “Pace Fiscale”. Non ci sarà un taglio alle pensioni d’oro per finanziare le pensioni minime. E se leggerete flat tax e reddito di cittadinanza, saranno solamente nomi nuovi appiccicati a cose che già esistono.

Andiamo con ordine. La prima patacca che dovete evitare di comprare si chiama Quota 100, che altro non è che il famoso “superamento” della Legge Fornero: la misura, in altre parole, che consentirebbe il pensionamento anticipato laddove la somma di età anagrafica e contributiva raggiunga la soglia 100. La prima bufala l’abbiamo già scoperta: quota 100 sì, ma non si potrà comunque andare in pensione prima dei 64 anni di età, anche per chi ha versato contributi per 37 anni o più. La seconda bufala è che costi solo 4 miliardi, come si fa trapelare da qualche giorno sui giornali: secondo l’osservatorio sui conti pubblici diretto da Carlo Cottarelli, si parla di un aggravio di spesa annuo di almeno 8 miliardiLa terza bufala, fresca di giornata, è che quota 100, una misura strutturale, possa essere finanziata con un condono – padron, pace – fiscale, misura una tantum per definizione.

Dimenticatevi quota 100, insomma. O perlomeno state all’occhio se e quanto ve la rifileranno. La stessa cosa vale per l’aumento delle pensioni minime finanziato con un taglio alle pensioni d’oro. Pensiero stupendo, lo ammettiamo, ma che si arenerà inevitabilmente di fronte al primo ricorso per incostituzionalità, in quanto lesivo dei diritti acquisiti di chi quelle pensioni d’oro già le percepisce. Dovessero riuscire a scardinare questo principio, che non da ieri su queste pagine abbiamo definito iniquo per le generazioni che verranno, saremo i primi ad applaudire. Ma così com’è ci sembra una pagliacciata a mezzo stampa per guadagnare un titolo di giornale e mezzo punto percentuale in più nei sondaggi.

Siamo molto scettici – eufemismo – pure su chi, a giorni alterni, vi spaccia la presenza in legge di bilancio del reddito di cittadinanza o di qualcosa di simile alla flat tax. Non fosse altro per il fatto che non ci sono i soldi per farli se non togliendoli a misure pre-esistenti, o già finanziate. Come l’IRI, l’imposta sui redditi d’impresa ad aliquota fissa promossa dal governo Renzi che avrebbe dovuto entrare a regime nel 2019, che sarà probabilmente abolita per far spazio alla flat tax per le imprese, cioè alla stessa cosa con un nome diverso. O come il Reddito d’Inclusione e la Naspi, l’indennità mensile per i lavoratori licenziati, che saranno unificate, a saldo zero, per far spazio al reddito di cittadinanza.

Il tutto, facendo finta di dimenticare la patacca più grossa di tutte: quella di un governo che aveva giurato che avrebbe scassato i parametri di Maastricht – lo fa ancora oggi, Di Maio, in un intervista ad Avvenire – e che adesso si ritrova a dover imbellettare il nulla, coi pochi miliardi che ha a disposizione, per non spaventare i mercati – lo fa sempre oggi Giovanni Tria, sul Sole 24 Ore. Comprate pure, insomma. Ma se proprio volete farvi fregare, forse vi conviene la falsa borsa di Louis Vuitton che provano a vendervi in spiaggia. Di sicuro, è un falso fatto meglio.

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