Forteto : cooperativa a rischio?

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Anche la Cgil si accorge che la speculazione politica sulla vicenda giudiziaria del Forteto crea danni che rischiano di essere irreversibili sull’attività economica della cooperativa.

“Facciamo appello ai consumatori del territorio perché guardino al prodotto, alla sua qualità , al lavoro che c’è dietro altrimenti si rischiano gravi ricadute sull’attività economica della cooperativa che vogliamo invece resti separata dalla vicenda giudiziaria”, parola di Mauro Fuso segretario della Cgil fiorentina evidentemente preoccupato per la sorte dei lavoratori impegnati nel caseificio e nelle altre attività della cooperativa. L’appello della Cgil , come riportano i giornali, non è solo ai consumatori ma anche al Ministero dello Sviluppo Economico perché si pronunci velocemente  sui risultati delle ispezioni. “ Per salvaguardare questa realtà economica importantissima per il Mugello – dichiara ai giornali Aglietti della Cgil- è necessario che il Ministero decida in fretta che direzione prendere, altrimenti si rischia una ricaduta sull’attività produttiva della cooperativa”.

Il Forteto ha un fatturato di 16,5 milioni di euro e nel caseificio lavora 7,6 milioni di litri di latte ovino che rappresenta il 30% della produzione regionale e ha 40 soci conferitori in Toscana. Il Forteto occupa  oltre 100 tra soci e lavoratori dipendenti diretti oltre a diverse centinaia di addetti nell’indotto. La Cgil , a differenza della Cisl,  non si è pronunciata negativamente neppure su un possibile commissariamento anche se  tende a mettere le mani avanti su eventuali ripercussioni sul personale che fino ad adesso è stato tutelato dalla Cooperativa.

La colpa di questa situazione non è delle vicende  giudiziarie che sono iniziate alla fine del 2011 , infatti il fatturato 2012 ha avuto un calo di appena il 5% ( quasi fisiologico vista la crisi) mentre è con il 2013 che la situazione si è fatta più critica con un calo del 16% e addirittura del 30% nella grande distribuzione in concomitanza con  la pubblicazione degli atti della Commissione regionale e dell’uso politico della situazione giudiziaria che ne hanno fatto alcuni esponenti politici con un’esposizione mediatica fuori di ogni logica e con affermazioni che spesso hanno poco a che vedere con la realtà.
Ora qualcuno si accorge che questo è pericoloso e che un eventuale commissariamento in questa situazione potrebbe essere un colpo mortale per la cooperativa oppure potrebbe portare come primo atto ad una revisione della pianta organica per riportare i conti in equilibrio.
Dato che la relazione degli ispettori adesso è stata pubblicata  quasi integralmente mi sento di confermare quanto già scritto in occasione delle prime indiscrezioni giornalistiche : il lavoro dei commissari è accurato ma  la richiesta di commissariamento è una forzatura dovuta al clima politico che si è venuto a creare dopo le conclusioni della commissione regionale.

Per fare chiarezza è bene precisare che criticare  la commissione regionale d’inchiesta sull’affido dei minori(in realtà solo sul Forteto) non significa criticare il lavoro della magistratura sui presunti  casi di maltrattamenti e violenze oggetto di un prossimo processo.
La commissione infatti  si è comportata come un tribunale non avendone nessun diritto e avrebbe dovuto pubblicare eventualmente una relazione di sintesi senza riferimenti a persone non accusate di nessun reato. Quale verifiche sono state fatte sulla veridicità di alcune testimonianza e spesso semplici affermazioni? E se alcune di queste contenute nella relazione fossero palesemente false chi è stato ingiustamente tirato in ballo potrebbe chiedere i danni? I consiglieri regionali non godono di nessuna immunità.
Per farmi capire meglio cercherò di fare un esempio uscendo dalla vicenda Forteto.

La magistratura arresta alcuni titolari di una famosa catena di ristoranti con l’accusa di  violenza sessuale e maltrattamenti, un fenomeno che rischia di gettare ombre su un intero settore dell’economia toscana. Il Consiglio regionale decide di istituire una commissione d’inchiesta  sulle violenze nei luoghi di lavoro a livello regionale e in realtà per molte sedute si occupa soltanto della famosa catena di ristoranti che in passato aveva avuto dal governo nazionale e regionale  anche contributi pubblici per l’avvio dell’attività imprenditoriale, previsti tra l’altro dalla legge.

Nel corso delle testimonianze dei responsabili dei vari ristoranti e dipendenti alcuni dicono espressamente che il sindaco B. della città di S. in più occasioni ha frequentato il ristorante di quel comune e anzi la proprietà ha organizzato gratuitamente per lui anche alcune cene elettorali. Non solo anche i consiglieri D e M hanno avuto contributi per le loro campagne elettorali tramite assegni e cene gratuite con gli elettori.
La commissione non ritiene di dover ascoltare gli interessati( ormai dediti ad altre funzioni) e al momento di stilare la relazione finale pubblica anche queste testimonianze quasi a sostenere una vicinanza politica degli indagati con questi esponenti politici. Successivamente si viene a sapere che le testimonianze non erano propriamente esatte in quanto il sindaco B aveva sì organizzato una cena elettorale ma l’aveva anche profumatamente pagata come dimostrano le ricevute in suo possesso e per quanto riguarda i consiglieri non c’è nessun assegno emesso dai responsabili della  società sotto inchiesta a loro carico o del loro partito e anche in questo caso le cene erano state regolarmente pagate. Gli interessati sono poi risultati all’oscuro delle indagini che erano in corso e anche di altre che c’erano state  trenta anni prima  nei confronti di alcuni esponenti della società.
E’ chiaro a questo punto che per alcuni l’obiettivo non era tanto fare un’inchiesta sulle violenze nei luoghi di lavoro ma  far emergere un possibile collateralismo con alcune parti politiche o con alcuni personaggi politici prima dell’avvio di un processo complesso su cui la magistratura aveva svolto un lavoro tanto accurato quanto lontano dal sensazionalismo delle prime pagine o dei talk show.
Nel frattempo i ristoranti hanno continuato a lavorare in quanto i dipendenti e molti responsabili sono risultati estranei alle violenze, di cui sono accusati alcuni esponenti della società, e non soggetti a nessuna indagine della magistratura.

Infine sarebbe curioso che questa drammatica vicenda finisse nel nulla perché verranno approvati provvedimenti utili ad annullare gli effetti di una condanna definitiva inflitta ad un evasore ultresettantenne.
Il 4  ottobre inizia il processo che ha visto la magistratura muoversi con molta attenzione nella tutela delle presunte vittime evitando sovraesposizioni mediatiche e sarebbe opportuno adottare la stessa prudenza da parte di tutti. Come ho già avuto modi di scrivere la comunità è già un’esperienza superata indipendentemente dalle conclusioni del processo ma a quel momento la cooperativa dovrà essere più viva che mai per  l’importanza che questa riveste per una parte rilevante dell’economia agricola locale e regionale.

Leonardo Romagnoli

7.9.13

 

2 thoughts on “Forteto : cooperativa a rischio?

  1. Sinceramente mi fanno ridere questi appelli per cercare di salvare l’indifendibile. Anche valutando la cosa solo dal punto di vista di marketing, il marchio “Forteto” è defunto, e chi ci lavora dentro credo proprio che dovrebbe cercarsi un’altra occupazione. E c’è da dire che molti frequentatori della Coop – e credo anche molti acquirenti dall’estero – non sono a conoscenza delle allegre pratiche espletate nel paradiso vicchiese: se il calo degli acquisti è ora del 30%, col passare del tempo diventerà per forza rovinoso.

    E cosa fanno invece le truppe piddine quando gli viene suggerito che non sono assolutamente la parte migliore del paese, anche se lo credono con tutte le loro forze? Accorrono a gran voce compatte, con la Coop che sta facendo promozione ai marchi del Forteto da mesi, perché è troppo complicato ammettere di aver fomentato una realtà allucinante, di aver voluto sostenere un progetto delirante.

    E poi, riguardo le relazioni, quella regionale e quella ministeriale: le due convergono, anche se partono da approcci diversi, su varie questioni: assenza dei diritti dei soci e dei lavoratori (cosa davvero di sinistra, nevvero?), straordinari non pagati, inquadramenti del personale allo stesso livello, oltre al fatto che gli attuali gestori della cooperativa erano presenti quando i vari indagati tenevano le redini della cooperativa: tutti ciechi, sordi e muti?
    Non ho davvero parole.

  2. Caro Leonardo la vera speculazione politica la fate voi!!Viene il vomito.
    NON SIETE STATI CAPACI SIN DALL’INIZIO DI GESTIRE QUESTA SITUAZIONE. ALTRO CHE CATENA DI RISTORANTI. AVETE LASCIATO COLPEVOLMENTE UN VUOTO SU QUESTA VICENDA. E adesso sapete di cosa parlare. Ma veramente hai letto tutto quello che hanno scritto gli ispettori o solo le conclusioni!?? Cooperativa ,associazione e fondazione sono tre facce di una stessa medaglia. Nessun socio ha dichiarato di aver avuto contezza dei propri diritti.In quella società non esistevano diritti. Questa è la sostanza.
    Il cambiamento doveva e deve essere sostanziale per rilanciare l’immagine dei prodotti.Guarda che chi economicamente rischia di più sono i soci che hanno denunciato. Queste persone a differenza degl’imputati si devono pagare l’affitto o il mutuo appena acceso. Cosa ci voleva a dire all’opposizione :ma anche voi dove eravate quando furono emesse le sentenze definitive ecc. ecc……perchè non è stato fatto …perchè ..per il rispetto della persona umana immagino come dice Izzo? E Bambagioni è anch’egli un falco e uno speculatore politico,o si è bevuto il cervello?Certo non essendo Mugellano sarà sottodotato:La Monica Sgherri?Maria Luisa Chincarini..Tutti irresponsabili speculatori politici , vero? Lo sai Leonardo che grazie a quel tanto nefasto tam -tam mediatico qualche ragazzo e ragazza ha ritrovato i genitori dati per dispersi o morti..Ma certo queste sono quisquilie in confronto all’immagine del Mugello da salvare, e soprattutto all’incapacità di riconoscere di essere stati ingannati!!
    Per queste cose è ipocrita rimandare alla fine del procedimento che ancora deve iniziare e delegare tutto alla magistratura.La magistratura darà, non per colpa sua ,comunque una parziale risposta per l’inevitabili prescrizioni che arriveranno e che sono già sopraggiunte. Voi lo sapete bene come vanno queste cose. Non prendete in giro la gente.Questa situazione doveva vedere coinvolte sin dall’inizio e congiuntamente tutte le forze politiche , culturali e antropologiche ed essere affrontata di petto ……doveva e dovrebbe servire da insegnamento e monito non solo per i Mugellani……Dove è finita l’intellighenzia che ha perorato per un terzo di secolo questo folle esperimento……….??
    p.s
    non credo poi che mi conosci bene come dici..mi dispiace ..

    s.p