Fascisti sul Mugello

Fascisti sul Mugello

Con un comunicato tra il minaccioso e il comico viene annunciato l’arrivo in Mugello dei fascisti di Casaggi quelli che ogni anno in occasione della festa della liberazione ricordano i caduti della Repubblica Sociale italiana alleata dei nazisti sterminatori di ebrei e nemici della democrazia. Non ne sentivamo la mancanza. E arrivano sotto l’ala protettiva di Fratelli d’Italia che altri non sono che il risorto Movimento Sociale Italiano  anche questo di fascistissima memoria.

CASAGGì ARRIVA NEL MUGELLO:
LA DESTRA IDENTITARIA ASSALTA LA “ROCCAFORTE ROSSA”…

Sulla scorta dell’esperienza più che decennale maturata a Firenze – e grazie alla collaborazione con Fratelli d’Italia – Casaggì arriva anche nel Mugello. Un primo nucleo militante – già operativo da qualche mese – è nato ufficialmente ed è pronto a raccogliere la sfida del radicamento e dell’attivismo politico in un territorio storicamente vicino alla tradizione della sinistra.

“Cercheremo di portare avanti le battaglie e i valori della destra identitaria, sociale e nazionale: contrasto all’immigrazione clandestina e al vergognoso business dell’accoglienza; sostegno solidale alle famiglie indigenti e priorità per gli italiani nell’accesso ai servizi; difesa della famiglia naturale e contrasto delle teorie gender; lotta senza quartiere alla droga, al degrado e alla delinquenza; dell’artigianato locale, dell’economia rurale e delle tradizioni del territorio; tutela dei lavoratori esposti al precariato e alla flessibilità”.

“Saremo la voce dei mugellani delusi e traditi da una sinistra che ha svenduto la propria vocazione sociale per rincorrere i miraggi della burocrazia europeista, del libero mercato e della società multietnica. Saremo la dimostrazione fisica, etica e ideale di una politica diversa, che vuole ancora essere servizio del popolo, dono disinteressato, spirito comunitario e passione bruciante. Saremo la spina nel fianco di tutte quelle amministrazioni clientelari e incapaci che hanno distrutto e abbandonato i nostri territori, dando in pasto la nostra storia agli speculatori, ai corrotti e agli affaristi”.

Anche se non si vergognano a strumentalizzare perfino la figura di Che Guevara in una voluta confusione ideologica tesa a far presa soprattutto sulle giovani generazioni, Casaggi è l’espressione del peggiore fascismo che si ispira alle teorie razziste ed esoteriche di Evola e al pensiero totalitario del novecento. In un’epoca in cui tutti amano parlare di fine delle ideologie si tende a sottovalutare invece questa ripresa ideologica  fondata su una falsificazione della storia e una strumentalizzazione del disagio sociale che si rifà direttamente al fascismo nonostante il nostro dettato costituzionale vieti espressamente l’apologia di fascismo. Il fascismo delle leggi razziali, delle imprese coloniali, il fascismo della guerra. In un paese di smemorati ci siamo dimenticati la strategia della tensione che dalla fine degli anni 60 ha insanguinato il paese con attentati nelle piazze, sui treni e nei luoghi pubblici che avevano come braccio armato dell’eversione proprio i gruppi neofascisti come Ordine Nuovo in  collaborazione con pezzi dei servizi segreti deviati come dimostrato da decine di inchieste.
Ci dimentichiamo con troppa facilità che la democrazia è stata una conquista  non un regalo perché se avessero vinto gli “eroi” di Casaggi molti di coloro che hanno fatto la storia e la ricchezza di questo paese sarebbero stati in galera o morti. Come disse Vittorio Foa ,che aveva vissuto la sua gioventù  incarcerato perché antifascista, in un dibattito con il missino Pisanò (ex RSI) : “tu stai qui a parlare con me perché io ho vinto, se tu avessi vinto io invece  sarei morto in galera”.
E’ una differenza semplice che non si deve mai dimenticare.

LR

14.5.18

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