Dategli da mangiare patatine fritte

Dategli da mangiare patatine fritte

di Paul Krugman

da La fata turchina

4.2.18

In un tweet ora cancellato, che però ha già fatto in tempo a diventare famoso, Paul Ryan ha cercato di esaltare i vantaggi del suo massiccio taglio delle tasse celebrando l’esempio di un lavoratore che guadagna un dollaro e mezzo in più alla settimana. Grosso modo quanto costa da McDonald’s un pacchetto di patatine fritte.

Dovremmo insistere a punzecchiare Ryan per quel Tweet? Proprio così, dovremmo farlo – e non solo perché dimostra quanto sia fuori dalla realtà. Sottolineando il minuscolo sgravio fiscale che alcuni lavoratori incasseranno, come se quello fosse il senso e il principale risultato di una proposta di legge che fa scoppiare il deficit per più di mille miliardi di dollari, egli contribuisce a illustrare lo specchietto per le allodole che è al centro dell’intera agenda del Partito Repubblicano.

Perché i tagli al fisco non sono gratis. Presto o tardi, il Governo federale dovrà ripagarli a suo modo. Anche se non credete che il deficit di bilancio sia attualmente un grande problema, se non per circostanze molto particolari, tutto quello che riduce le entrate alla fine dovrà essere bilanciato da successivi aumenti delle tasse o tagli alla spesa.

E tali particolari circostanze – fondamentalmente un’economia depressa che ha bisogno di una spinta da parte della finanza pubblica – non si danno in questo momento, con gli Stati Uniti vicini alla piena occupazione.

Dunque, Ryan si dà una pacca sulle spalle perché concede ad un insegnante un po’ di patatine fritte? Cosa sta mettendo in conto di portar via?

Beh, conosciamo la risposta: i repubblicani usano costantemente i pretesi pericoli dei deficit di bilancio per bruschi tagli ai programmi sociali. Potevate aver pensato che avessero per un po’ smesso con quella retorica, dopo aver approvato un taglio alle tasse senza coperture di 1.500 miliardi di dollari, ma si erano solo presi una pausa: persino al culmine del dibattito sulla “riforma” del fisco, individui come Orrin Hatch dichiarava che non possiamo “spendere miliardi e miliardi e miliardi di migliaia di miliardi per aiutare gente che non vuole aiutarsi da sola”. Proprio adesso stanno tirandola alla lunga sul finanziamento dei centri di salute delle comunità, lamentandosi del costo.

È lì che porta il gioco degli specchietti per allodole: approvare un enorme sgravio fiscale dal quale traggono benefici in modo schiacciante i ricchi, ma dare ai normali lavoratori poche briciole – proprio un pacchetto di patatine di tanto in tanto. Poi indicare i grandi deficit creati da quegli sgravi fiscali come il motivo per il quale devono essere tagliati i programmi sociali vitali per molte famiglie comuni. Insaponare, risciacquare, ripetere l’operazione [1].

È un imbroglio così chiaro che potreste pensare che i suoi autori abbiano un certo imbarazzo o che l’opinione pubblica sia diventata accorta. Ma la prima cosa non è destinata a succedere. Per la seconda – beh, lo vedremo a novembre.

[1] “Lather, rinse, repeat” è una espressione idiomatica che allude al linguaggio pubblicitario di alcune marche di shampoo (il “repeat” pare fosse semplicemente un buon modo per consumare prima il prodotto e venderne di più).

 

 

 

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